itinerari L’agriturismo La Concordia si trova al centro di numerosi itinerari turistici. Tutte le mete sono raggiungibili in pochi minuti. Seleziona dall’elenco la località di interesse per maggiori dettagli.
Trapani
La città, vista dalla funivia che porta a Erice vetta, si presenta come una splendida falce adagiata sul mare (da cui prende il nome). E' denominata anche "città tra i due mari" in quanto la zona costiera a nord della Città è bagnata dal mar Tirreno mentre quella ad ovest è lambita dal mar Mediterraneo Oggi Trapani offre al visitatore la possibilità di godere dei suoi splendidi palazzi barocchi, presenti numerosi nelle due più importanti arterie del centro storico, via Garibaldi e corso Vittorio Emanuele. Numerose anche le chiese, testimonianza dell’architettura gotico-religiosa siciliana del XIV sec. Merita una visita anche il Museo Pepoli che, attraverso il suggestivo chiostro rinascimentale, ci introduce a collezioni di dipinti e sculture, ma anche gioielli e ceramiche che testimoniano la tecnica raggiunta dagli artigiani dell’oro, del legno e soprattutto del corallo. Un aspetto completamente diverso, ma altrettanto affascinante, ci viene offerto dall’atmosfera del porticciolo peschereccio che, con l’attiguo mercato del pesce, offre al visitatore uno spaccato di autentica vita cittadina tra le bancarelle di pesce fresco, le urla dei venditori, i chioschi con i prodotti tipici esposti in bella mostra. Nei pressi, la seicentesca Torre di Ligny che, allungata sul mare segna la punta estrema della città, e la Colombaia, castello aragonese che si staglia in tutta la sua maestosità a protezione di Trapani. Erice vetta
La splendida Chiesa Madre, detta Matrice, ma anche le altre numerose chiese, la piazzetta, le strade selciate e le botteghe artigiane…tutto contribuisce a creare un’atmosfera magica e a immergere il visitatore nel Medioevo. Parco archeologico di Segesta
Le Egadi, un arcipelago nel cuore del mediterraneo
Riserva di Monte Cofano e museo della civiltà contadina
Buseto Palizzolo e Bosco di Scorace
Il Bosco di Scorace costituisce una parte importante di questo ambiente. Il bosco è di proprietà del demanio della Regione Siciliana e comprende quasi 750 ettari di verde, in cui crescono rigogliosamente sugheri, pini, cipressi, qualche olmo, lecci antichi e querce massicce che si alternano ad agavi, cespugli di ginestre, mirtilli, erica, olivastro, rovi carichi di more, etc. Il sottobosco è abitato da piccoli mammiferi come il coniglio, le lepre, l'istrice, mentre sugli alberi nidificano diverse specie di volatili. Il bosco è facilmente percorribile, sia a piedi sia in bicicletta. Vi sono numerosi sentieri segnalati, che consentono di attraversarlo quasi per intero passando da un piccolo lago collinare (646 metri di altezza) e raggiungendo la sommità delle colline, da dove è possibile godere di una meravigliosa vista sui promontori ed i golfi della Sicilia nord-occidentale.
San Vito lo Capo
Il comune di San Vito Lo Capo nasce alla fine del settecento, ai margini della bianchissima baia posta tra Capo San Vito e Punta Solanto. Tracce dell'epoca paleolitica, mesolitica e neolitica si trovano nelle numerose cavità naturali, un tempo abitazioni, che si affacciano sul mare. Resta avvolta dal mistero l'esistenza di un'antica borgata, Conturrana, una rupe immensa a 500 passi dalla riva staccatasi dalla montagna. Qui, probabilmente intorno alla fine del IV sec. a.C., esistette un piccolo centro abitato. Oggi il paese si sviluppa attorno al Santuario di San Vito, un’imponente chiesa dalle sembianze “militari” per via della sua passata funzione difensiva nei confronti dei corsari. Le pochissime abitazioni di pescatori che lo popolavano fino a 30-40 anni fa sono pian piano divenute sempre più numerose, rendendo oggi l’antico borgo una grazioso paese-villaggio tipicamente mediterraneo. San Vito è anche e soprattutto una spiaggia lunga e bellissima, dove il mare offre tutte le sfumature dell’azzurro e la sabbia bianchissima regala emozioni degne di un paesaggio caraibico.
Riserva dello Zingaro
Lo Zingaro ha una superficie di 1650 ettari, una fascia litoranea di circa 7 Km, formata da una costa rocciosa di calcari del Mesozoico, intercalata da numerose calette e caratterizzata da strapiombanti falesie che da un'altezza massima di 913 mt. (Monte Speziale) portano rapidamente al mare. La riserva incanta per la sua aspra bellezza, per i colori intensi in ogni stagione, per le bianche calette incastonate in un mare turchese, le onnipresenti palme nane, la rigogliosa macchia mediterranea, i tenaci olivastri e i maestosi carrubi da dove si intravedono le armoniose forme delle case contadine. La riserva terrestre è strettamente legata al mare, che non è soltanto il confine geografico ma lo sfondo costante del paesaggio e il complemento indispensabile degli aspetti naturalistici. Il profilo litoraneo è un'alternanza di alte pareti di roccia che sprofondano nel blu e di insenature degradanti dolcemente verso il mare. Le calette tutte ciottolose viste dal mare hanno l'aspetto di nicchie più chiare incavate sul fianco delle muraglie dolomitiche. Il paesaggio subacqueo è un continuo susseguirsi di colori e forme. Numerosi e interessanti sono i cunicoli e le grotte sommerse (la grotta del Colombaccio in prossimità del limite di levante con ingresso situato a 2 mt. circa che si allarga in una camera ampia 30 mt. grotta della corvina in prossimità di punta Craperia, grotta della Craperia, grotta della Mustia, grotta della Ficarella). Lo Zingaro è una tappa obbligata per chiunque giunga in Sicilia occidentale, in tutti i periodi degli anni. Risulta di particolare interesse per gli amanti delle immersioni, del trekking e del cicloturismo, grazie ai numerosi sentieri che la attraversano in lungo e largo.
Scopello e Castellamare del Golfo
Scopello, nonostante sia per lo più una meta balneare (che ospita tra l’altro anche diversi diving center), offre anche un ricco patrimonio storico e culturale, grazie alla conformità ed alla storia del piccolo nucleo abitativo principale, uno splendido paesino di casupole in pietra e un perfetto esempio di baglio del XVIII sec. Con questo termine si indicano i tipici casolari della campagna locale che, soprattutto tra ‘700 e ‘800, rappresentarono un vero e proprio microcosmo di cui facevano parte la famiglia del proprietario terriero e i contadini che lavorano le sue terre. Il baglio di Scopello attualmente ospita un bar, un ristorante e alcuni negozietti di prodotti artigianali dove è possibile acquistare la coloratissima ceramica del luogo. Nei dintorni merita una visita anche un antico forno dove è possibile gustare il famoso “pane cunzato”. A pochi chilometri di distanza, chiude la costa trapanese la cittadina di Castellammare del Golfo. La sua ampia insenatura è dominata dal magnifico castello a mare, originariamente collegato all’abitato da un ponte levatoio, attorno al quale in origine si è sviluppata la città. Oggi tutte le attività castellammaresi ruotano intorno al magnifico porto che, nato sull’antico emporium segestano, è uno spettacolo di cui godere anche dall’alto, dai declivi rocciosi vicini.
Riserva delle Saline di Trapani e Paceco
Oggi gran parte del litorale è sottoposto a tutela ambientale, grazie all’istituzione nel 1995 della riserva naturale orientata regionale Saline di Trapani e Paceco, affidata in gestione all’Associazione Italiana per il WWF. Il sito costituisce una delle più importanti aree umide costiere della Sicilia occidentale. Occupato in gran parte da saline coltivate in maniera tradizionale, con pantani e campi coltivati in aree marginali, le sue valenze biologiche sono plurime, interessando aspetti faunistici (uccelli, pesci, artropodi), floristici, vegetazionali. A queste valenze si aggiungono quelle paesaggistiche, etno-antropologiche, architettoniche, storiche. La riserva è percorribile a piedi o in bicicletta. In qualsiasi periodo dell’anno (ed in particolare in autunno e in primavera) è possibile vedere da vicino interi stormi di fenicotteri (compresi i fenicotteri rosa), esemplari di cavaliere d’italia e tante altre specie protette.
Mozia e la riserva dello Stagnone
L'isola, estesa per 45 ettari, ha una forma quasi circolare e si trova al centro del tratto di mare conosciuto come Stagnone di Marsala (oggi riserva naturale regionale), racchiuso tra la costa siciliana a nord di Marsala e l'Isola Lunga. Vi si trovano altre due isole, ossia la Santa Maria e la Scuola (nominata da Cicerone nelle Verrine, presenta modeste tracce di epoca romana). L'accesso all'isola è consentito solo dall'imbarcadero, che oltre a collegare Mozia alla terraferma, permette di visitare anche le altre isole dello Stagnone. Su tutta l'isola esiste un divieto di sbarco. La riserva è facilmente navigabile anche in canoa (che è possibile noleggiare nei pressi dell’imbarcadero) o a bordo di imbarcazioni dal fondo piatto. Recentemente la riserva dello Stagnone è diventato un piccolo paradiso per gli amanti del Kite Surf, una disciplina che spopola in tutto il mondo e che, grazie ai venti sempre presenti e ai fondali bassi dello Stagnone, si può praticare tutto l’anno.
Marsala e il museo della nave punica
Una delle principali attrazioni della città è sicuramente il museo archeologico di Baglio Anselmi, un ex cantina vinicola che ospita oggi i frammenti della nave punica ritrovata nelle acque antistanti la costa e risalente al III secolo a.C. che ha permesso di capire la tecnica navale costruttiva dei Fenici. Interessante anche la parte dedicata agli altri reperti (corredi funerari, ceramica, gioielli, lapidi e mosaici). Tuttavia non si può lasciare la città senza aver degustato il vino Marsala facendo una capatina in una della tante cantine vinicole. Il Marsala venne diffuso e promosso quasi per caso, da un uomo d’affari inglese che nel 1773 decise di esportarlo in tutto il mondo in concorrenza al Porto e allo Sherry. Il segreto di questo vino D.O.C. con i suoi 18° alcolici, sta nell’invecchiamento nelle botti di rovere che può durare a seconda della denominazione anche più di dieci anni.
Mazara del Vallo e il museo del Satiro danzante
La statua del Satiro danzante, rinvenuta nella primavera del 1998 durante una battuta di pesca nel canale di Sicilia, è un rarissimo esempio di statuaria bronzea greca. Flesso sul fianco destro, con le braccia distese in avanti, è colto nell'attimo in cui sta compiendo un salto sulla punta del piede destro sollevando contemporaneamente la gamba sinistra. I capelli, resi a fitte ciocche sottolineate da sottili incisioni, sono agitati dal pathos della danza orgiastica, che sconvolge ogni regola di equilibrio conferendo a tutto il corpo un movimento enfatico. Straordinariamente conservati gli occhi, in calcare alabastrino in origine integrato con pasta vitrea colorata. La statua è alta poco più di 2 metri e pesa 96 Kg. Secondo l'iconografia del satiro in estasi, già nota dal IV sec., la statua doveva tenere con la mano destra il tirso, attributo di Dioniso mentre il braccio sinistro reggeva una pelle di pantera e la mano sinistra una coppa di vino.
La Valle del Belice ed i paesi del comprensorio
Comune simbolo della zona del Belice, esempio di tenacia e coraggio, è senza dubbio Gibellina, risorta dopo la ricostruzione. Della vecchia città restano solamente i ruderi. Nel centro storico medievale è stato recuperato soltanto il tracciato viario, che l'artista Alberto Burri ha ricostruito nel cosiddetto “Cretto di Burri", magnifico esempio di “land art” è scenario suggestivo delle “Orestiadi di Gibellina”, cicli di rappresentazioni teatrali classiche famose in tutto il mondo per l’elevata qualità degli spettacoli proposti. Poco distante da Gibellina, sorge Partanna, il cui nome deriva dalla parola araba “barthamnah” (terra scura). Da visitare il Castello Medievale dei Principi Grifeo, che rappresenta una delle fortezze meglio conservate della Sicilia Occidentale. Il comune di Salemi si trova più a ovest, in direzione Trapani. Si caratterizza per il suo suggestivo centro storico, di chiara impronta islamica, e per il castello Normanno, formato da due torri quadrangolari e da un'alta torre cilindrica. Salemi ebbe un grande momento di gloria quando, con Garibaldi, fu simbolicamente dichiarata “prima capitale d'Italia”. Da non perdere la festa di S. Giuseppe (19 marzo), quando vengono preparati grandi e piccoli pani votivi a forma di attrezzi da lavoro, animali, angeli, ghirlande, fiori, etc. utilizzati per imbandire veri e propri altari dentro le case degli abitanti della città, aperte ai visitatori per l’occasione. Castelvetrano infine è il centro più grande della zona. Il suo nucleo principale è formato da tre piazze contigue (Garibaldi, Umberto I e Principe di Piemonte), dalle quali prese avvio lo sviluppo urbano di tutta l’intera cittadina. A pochi passi da piazza Garibaldi sorge la Chiesa del Purgatorio, eretta nel 1642 sulla traccia di una vecchia struttura sacra. Da segnalare anche la chiesa di San Domenico, il convento ed il caratteristico chiostro. Visitando Castelvetrano non può mancare uno spuntino a base de suoi prodotti tipici ed in particolare il Pane Nero (presidio slow food) e l’olio extra vergine di oliva Nocellara del Belice (DOP, d’origine protetta).
Cave di Cusa
Chiunque visiti questo suggestivo ambiente ha l’impressione che il cantiere sia ancora in efficienza e che i lavori sospesi nel 409 A.C. debbano riprendere da un momento all'altro. Le cave furono infatti abbandonate improvvisamente a causa della guerra contro i Cartaginesi (alleati degli Elimi di Segesta e Erice), che, presa di sorpresa la città di Selinunte, la distrussero completamente.
Parco archeologico di Selinunte
Selinunte, anche grazie ad una parziale opera di ricostruzione dei suoi tempi, rappresenta un ineguagliabile scorcio d’antica Grecia. Ricca di templi, santuari, fortificazioni e splendide metope scolpite, tra le sue innumerevoli bellezze artistiche, annovera anche il colossale tempio G, dedicato a Zeus, uno dei più importanti ed imponenti dell’antichità classica (misura ben 113 m x 54 m). Visitare l’area archeologica equivale a viaggiare indietro nel tempo. Chiudendo gli occhi si odono ancora le voci dei mercanti in piazza e si possono sentire gli odori delle spezie provenienti da tutto il mediterraneo. Le sculture ritrovate negli scavi di Selinunte si trovano presso il museo nazionale archeologico di Palermo, ad eccezione dell'opera più famosa, l'Efebo di Selinunte, che è oggi esposto al Museo Comunale di Castelvetrano. Insieme al Giovinetto di Mozia ed al Satiro danzante di Mazara, rappresenta uno dei tesori più importanti di tutta la provincia di Trapani. |
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